Se siete già stati a Roma, avrete probabilmente visto il Colosseo, il Foro Romano, il Vaticano e molte Chiese. In realtà quello che avete visitato è solo la superficie, visto che le bellezze di Roma si trovano sotto la superficie del suolo. Roma Underground è una meta da non perdere, come la Domus Aurea, la storica residenza di Nerone.
# | Destinatinazione | Minivan (max 4 Pers.) |
Minivan (max 6 Pers.) |
Minibus (max 8 Pers.) |
05 | Rome - Underground Rome (4 ore) | Euro 160,00 | Euro 170,00 | Euro 180,00 |
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Mitreo di San Clemente
Il Mitreo di San Clemente si trova al di sotto della basilica di San Clemente sull'Esquilino a Roma. Al di sotto della basilica inferiore di San Clemente si trovano varie strutture romane. I resti più antichi sono quelli di un edificio a base rettangolare composti da muri in grossi blocchi di tufo. Il lato breve misurava 29,60 metri, mentre quello lungo, oltre una serie di piccoli ambienti, non è completamente scavato. Queste stanze, che si allineano sul muro esterno, sono larghe 4,30 metri e coperte da volta a botte in opera reticolata intervallata da laterizi (opera mista); nel senso della lunghezza sono tagliate dal muro di sostegno degli edifici soprastanti. In base alla tecnica edilizia questo edificio è databile all'inizio del I secolo a.C., prima del grande incendio del 64.
Alla seconda metà del II secolo d.C. risale una seconda abitazione, posta alla spalle della prima, della quale non si conosce l'ingresso. In quello che era il pianterreno si contano quattro file di stanze, due delle quali hanno la volta decorata da stucchi; quattro sono anche i corridoi che circondano un cortile interno; uno scalone porta al piano superiore del quale resta solo il muro orientale e qualche parete. Forse il pian terreno era già a un livello sotterraneo, per cui l'ingresso forse si trovava al primo piano, come sembra suggerire anche la presenza della volta a botte nell'edificio di tufo, che sorreggeva il pavimento a questo livello.
Domus Aurea: La casa dorata di Nerone
La Domus Aurea ("Casa Dorata" in latino) era un grande palazzo costruito dall'imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64. Costruita (in mattoni, non in marmo come talvolta si immagina), nei pochi anni tra l'incendio e il suicidio di Nerone nel 68, gli estesi rivestimenti in oro che le diedero il suo nome non erano gli unici elementi stravaganti dell'arredamento: vi erano soffitti stuccati incrostati di pietre semi-preziose e lamine d'avorio. Plinio il Vecchio assistette alla sua costruzione (La Storia Naturale xxxvi. 111). La residenza dell'imperatore giunse a comprendere il Palatino, le pendici dell'Esquilino (Oppio) e parte del Celio, per un'estensione di circa 2,5 km quadrati pari a 250 ettari.
Crypta Balbi
La Crypta Balbi è un complesso collegato all'antico teatro di Balbo a Roma. Oggi è una delle sedi del Museo Nazionale Romano. La sede museale fa parte di un vasto complesso di edifici (le chiese di Santa Caterina dei Funari e San Stanislao dei Polacchi, circa 7.000 m2 con un patrimonio edilizio di circa 40.000 metri cubi) acquisito dallo Stato nel 1981 e che sorge, a sua volta, sul cortile porticato annesso al teatro di Balbo, fatto costruire da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C., la Crypta Balbi, appunto.
La specificità della Crypta Balbi, nel contesto del Museo nazionale romano, è di essere un museo di archeologia urbana, che ricerca e documenta l'evoluzione di quello spazio, dei suoi insediamenti e delle sue destinazioni d'uso lungo i secoli. Particolare attenzione viene dedicata ai ritrovamenti che documentano attività artigianali (materiali, attrezzi, produzioni) svolte nel luogo in età postclassica e altomedioevale, mettendo in rilievo la continuità del lavoro ed anche la qualità dei prodotti, in secoli generalmente considerati "oscuri", tra il VII e il X.
L'esposizione, finalizzata a mostrare l'evoluzione nel tempo delle attività e degli insediamenti, presenta ritrovamenti avvenuti in loco, ma anche reperti provenienti da altri siti, ed è molto curata e ben documentata, anche dal punto di vista didattico, descrivendo ampiamente non solo i reperti in mostra, ma anche i contesti storici ai quali essi fanno riferimento.